Wednesday, October 29, 2008

My father Giorgio Torchia...the greatest journalist of our time.

My father...the greatest journalist of our time.

I am Carlotta Torchia, proud to be Giorgio Torchia's daughter.
He lived his life 'his way'... uncompromisingly, been an example to all of who don't. I learned that well from him. The easy road, the short cut is deceiving, brings you very fast to a place called "no-where".
At his funeral I saw few faces of the ones who have not only been there through and for his sickness, but never been there for him, and I saw the regret and pain in their eyes...incredulous and frightened, realizing that a true friend was gone.
The one man who immensevly helped others step up to gain ,what they call "power". Using his precious advices and his knowledge, his goodness, speaking his word and reading speeches written by him. Giorgio Torchia, my father, his work has covered and signed the political history of our times. His work was an art driven by his heart and his passion and not by his ego.
A humble man...I only now come to find out half of the thing he was rewarded for.
A true friend, a man of his word.
He left with a courage and a dignity that many dream to have.

Here and everywhere I honor you.

I love you dad...ti amo papa'
per sempre la tua Lotti

For ever your Lotti
Io sono Carlotta Torchia, orgogliosa di essere la figlia di Giorgio Torchia.
Ha vissuto la sua vita "a modo suo", intransiggentemente, dando esempio di cio' a tanti.
Ho imparato cio' molto bene da lui...la strada breve e corta inganna, ti porta velocemente in un posto chiamato 'nessun luogo'.
Ai suoi funerali, in qualche volto, ho carpito il rimpianto di coloro i quali, non solo non sono stati presenti per la sua malattia, ma mai...increduli ed impauriti realizzando che adesso un vero amico era scomparso.
Un uomo che lasciava che altri lo 'scavalcassero' (o cosi hanno creduto), per raggiungere cio' che chiamano "il potere", usando i suoi preziosi suggerimenti, la sua immensa cultura, la sua bonta', il suo talento, usando le sue parole, leggendo i discorsi scritti da lui.
Giorgio Torchia, mio padre, il suo lavoro era un arte ed ha coperto e segnato la storia politica del nostro tempo. Il suo lavoro era dettato dalla passione e dal suo cuore e non dall'ego.
Un uomo energetico, un uomo umile...io sin ora non ero al corrente della meta' delle cose per le quali era stato premiato.
Se ne e' andato con un coraggio ed una dignita' che molti sognano di avere.
Qui ed ovunque io ti onoro.
Ti amo papa'.
Tua figlia per sempre,
Lotti
Carlotta Torchia

Giorgio Torchia, l'inviato testimone del nostro tempo






il ricordo di gino agnese
Giorgio Torchia, l'inviato testimone del nostro tempo


Fin da giovane fu innamorato della professione firmando in prima pagina per quarant'anni e passa. Avevo da poco smesso i pantaloni corti quando lo conobbi a Napoli. Magrissimo, con i suoi spessi occhiali, un ciuffo nero, il suo naso importante. Aveva letto Salgari, ma anche Conrad e altri autori che saziavano la sete di viaggi, di lingue e di paesaggi esotici. Andò ad abitare in una camera ammobiliata ai Quartieri Spagnoli. Lì mi mostrò il suo tesoro: una grande valigia piena di cartelle con ritagli di giornali e di riviste italiane, francesi, inglesi, americane. Meno che ventenne, custodiva carte e sogni per una professione che avrebbe cominciato chissà dove, chissà quando, ammesso che la Fortuna si fosse messa un giorno dalla sua parte, quella d'un giovane senza neanche il più piccolo aggancio nel potere che aveva militato nella destra calabrese. Nel '56 entrò a La Sera seminando stupore per le sue conoscenze. Poi se ne andò a Roma, al Secolo d'Italia dov'era redattore-capo Barbiellini Amidei. Traslocò a Palazzo Sciarra, a Il Giornale d'Italia. All'inizio degli anni Sessanta cominciò la sua avventura a Il Tempo e qui giunsero da ogni dove per tanti anni centinaia di pezzi indimenticabili. Libro su libro, carta su carta, ritaglio su ritaglio, aveva messo insieme una biblioteca e un archivio che avrebbe dato dei punti anche al Ministero degli Esteri. Giorgio se n'è andato lasciando orfana una famiglia che nella lunga malattia l'ha circondato del grande affetto che meritava. Un testimone della storia, un uomo che lascia nel rimpianto molti, moltissimi amici.

E' morto Giorgio Torchia


Giorgio Torchia
Aveva 72 anni, calabrese di nascita ma ormai da tempo cittadino romano, era malato da alcuni mesi.
E’ stato celebrato stamani il funerale di Giorgio Torchia, uno dei più noti giornalisti italiani, morto a Roma per un tumore al cervello. Aveva 72 anni, calabrese di nascita ma ormai da tempo cittadino romano, era malato da alcuni mesi.Giorgio Torchia, assunto ne “Il Tempo” dallo stesso direttore-fondatore Renato Angiolillo (e al “Tempo” restò sempre legato, fino a un ultimo passaggio a “Il Secolo d’Italia”), è stato per più di 30 anni la firma più autorevole di quel giornale nelle pagine della politica internazionale. Studioso di strategia e di problematiche militari, attento analista di tutti i movimenti insurrezionali del Sud del mondo, ha seguito come corrispondente di guerra tutti i conflitti che, a partire dal Vietnam, hanno insanguinato l’Asia, l’Africa, il Medio Oriente, e l’America Latina, dall’Indocina al Libano, dal Corno al Golfo e alle Malvinas. La qualità dei suoi reportage, e lo scrupoloso lavoro di investigazione che compiva nei territori dove si davano battaglia le due superpotenze della Guerra Fredda, gli guadagnarono l’attenzione e il rispetto dei più importanti osservatori politici del nostro paese, portandolo anche a collaborare con centri di studio delle relazioni internazionali.Dotato di un carattere molto aperto, disponibile sempre al dialogo e al confronto delle idee, fondò e organizzò un gruppo di inviati speciali (la Banda Sas – Salutami A Soreta) nel quale il rapporto di amicizia e la forza della solidarietà si coniugavano con una visione dissacrante e fortemente autoironica del lavoro di reporter di guerra. Si guadagnò, per questo, dai suoi colleghi il grado onorario di “Colonnello”, svolgendo un ruolo di quasi paterna comprensione delle tensioni che la vita difficile nei territori in guerra talvolta scatenava nel gruppo degli inviati. Da alcuni anni era il commentatore di punta di Gente d’Italia, quotidiano delle Americhe diretto da Mimmo Porpiglia.



Interview to Giorgio Torchia on the ONU ultimatum on the Persic Gulf (15/Jan/1991):
http://www.radioradicale.it/scheda/38332/38367-guerra-nel-golfo-persico-allo-scadere-dellultimatum-onu



http://www.radioradicale.it/scheda/38332/38367-guerra-nel-golfo-persico-allo-scadere-dellultimatum-onu